sabato 15 maggio 2021

rosa

Perché vuoi morire, rosa.?

Perché non sono stata viva, mai. Sono stanca di fiorire invano. Non ho più forza, né colori. Ne speranza. Sono stanca. Tanto stanca. Nessuna innocenza si preoccuperà della mia sete, nessuno vedrà la sofferenza delle mie spine. Nessuno mai vedrà in me altro che una effige da estirpare ad encomio di vane, temporanee necessità affettive. Momentanei encomi di cinico nulla, vacuità vana di vanità, mascherata di inesistente celebrazione di rivalsa sparsa nel nulla. Lasciata cadere nell'assenza sadica dell'ego pago di sé. Sono stanca di fiorire nel mio stesso sangue e donare sogni, vita e profusione di sensi a chi soltanto vede in me un trofeo temporaneo da abbandonare a casaccio su di una tomba che neppure vede mia. Ho avuto il mio tempo. L'ho sprecato, amando. Risorgendo dal dolore dei rovi, donando il mio stesso dolore a nuova vita, illudendomi di essere odorata, vista, accolta con umano sentire. Ma l'umano sentire è miraggio, in terra di niente. E allora che i rovi mi accolgano. E spezzino l'illusoria stupidità che mi ha concesso di essere, un  ultima volta.

Perché vuoi morire, rosa?

Perché non ho vissuto mai. infine io svanisca, senza lasciare ricordo, o traccia. Come ogni superflua iniquità, nella penombra del nulla. Nell'abbandono risibile. Nel per sempre. Nel mai più.


testo di Beatrice Besia 



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